APPENDICE
DI USI E COSTUMI MITTELEUROPEI
Presentata nel corso del "Ritrovo campale Luglio 2001"
...keine Heger, keine Jäger ... (non
protettore, non cacciatore)...cosi' recitano oltre l'Alpe i cacciatori adusi a
salvaguardare il selvatico
fornendogli quanto necessario...dal foraggio alle
vaccinazioni al controllo dei rapaci...ogni giorno...da secoli... Similmente, in
alcune aree gia' sottomesse agli
Asburgo, nelle Societa' di Caccia prima, poi nelle Riserve Sociali o Comunali,
infine nelle Riserve di Diritto, il "selvatico" e' stato trattato come
un
bene insostituibile
della natura e quindi, cacciato si,... ma protetto ed
equilibrato numericamente, pure nel rapporto delicato con i rapaci... Questo
equilibrio secolare viene attualmente ignorato e ogni proposta intesa a
ripristinarlo puntualmente disattesa da una legislazione piu' attenta al
reperimento di voti in sede politica che alla sopravvivenza di un mondo sempre
piu' sconosciuto alla nostra "civilta' "...se cosi' possiamo
chiamarla...perche' non v'e' dubbio che questo termine dovrebbe sottintendere
"rispetto"...in primo luogo !
Rispetto per la
natura, non
violentandola edificando per egoismo personale o settario perche', diciamolo (e
solo per esempio), edificare sull'arena di canto del gallo non e' opera da
"rispettosi" fruitori della natura;
rispetto pe'l
cacciatore, non
colpevolizzandolo artatamente della rarefazione della stessa specie o,
similmente, d'altre;
rispetto pe'l "selvatico", non rarefacendolo con
l'abnorme accrescimento del rapace inteso come "mezzo" atto
all'estinzione...dello stesso cacciatore ! I "media", tanto sensibili,
son provetti marinai...prendono sempre il vento buono...!
L'Etica
venatoria. Il selvatico dev’essere abbattuto
"pulitamente" , al primo colpo , ovvero finito nel piu' breve tempo
possibile , senza sofferenze inutili , senza danneggiamento della spoglia che
deve presentarsi piu' integra e pulita possibile. In un "tableau" ,
infatti , per strano possa apparire al profano , non si notano evidenti tracce
di sangue o ferite ripugnanti . A questo risultato si perviene avendo
innanzitutto coscienza che il primo colpo sparato e' il solo utile ai nostri
fini e che ogni altro e' quantomeno azzardato . Pertanto , calcoleremo la
distanza, la parabola , l'inclinazione , il vento , la nostra ansieta' ;
respireremo a fondo e sovrapporremo la "croce" al
"Blatt"
del capo prescelto . Lo "Schneller" ci aiutera' ad evitare errori
spiacevoli . Per "Blatt" si intende quell'ideale
"foglia"
che corrisponde al
punto mortale per eccellenza
, scelta primaria nell'etica del
Cacciatore. L'area del "Blatt" viene a trovarsi a mezzaria della
figura, circa due centimetri dietro il "gomito" (un simile colpo
permette di risparmiare la "spalla").
Conoscere questo punto e
sfruttarlo , e' doveroso su qualsiasi selvatico , dalla volpe al cervo .
Oltretutto, questo colpo ci eviterà di
“sporcare” la preda, come meglio si evidenzia nell’immagine successiva.
Il "Colpo
all'inchino". Succeda , per qualsiasi imponderabile motivo che il
"colpo" ci vada male , sapremo riconoscere dal comportamento della
preda il punto esatto in cui l'abbiamo colpita e quindi prenderemo le opportune
decisioni : aspetteremo cessi naturalmente , ripeteremo -ove possibile- il tiro
, lo finiremo col coltello. Nella prima ipotesi , eviteremo di fare altri errori. Questo comportamento e' sempre raccomandato ai neofiti , nei casi dubbi od ove
sia impossibile intervenire altrimenti : non dimentichiamo mai che trofei ,
anche importanti , sono andati perduti o recuperati ormai irrimediabilmente
degradati a causa di un intempestivo intervento del feritore. Il secondo caso e'
raccomandabile , per solo esempio , quando si sia azzoppata la preda o ,
altrimenti ferita malamente , si possa supporre la sua capacita' ad allontanarsi
. Il terzo caso , lo adotteremo quando la preda sara' incapace di sottrarsi alla
fine : per un colpo alla schiena o che abbia comunque messo fuori uso due arti .
Avvicineremo il capo , arrivandogli preferibilmente "alle spalle" , e
utilizzeremo il
"colpo all'inchino"
: piegandogli il capo verso il
torso , infileremo il nostro acuminato stiletto nella fessura creatasi tra la
prima vertebra e la calotta cranica . Ove il soggetto sia troppo forte o vitale
, ovvero avessimo dei dubbi sulle nostre capacità, porremo la lama , che dovrà
essere sufficientemente lunga e larga, esattamente nel
"Blatt". Queste
operativita' non provocheranno alcun danno alla carcassa e
porranno
-immediatamente- fine a sofferenze inutili e, soprattutto , inetiche .
La
rimozione. Preparandoci al rientro, procederemo all'integrale
ed accurato svuotamento della carcassa. Incideremo quindi, per circa tre
centimetri , la pelle sotto la mandibola sezionando trachea ed esofago,
asportando il diaframma, estraendo quindi ogni parte. Posteriormente , allo
stesso modo , la sottile lama permettera' la pulizia piu' accurata. Il soggetto
ora e' pronto , avremo meritato il
"Bruch"
e potremo portarlo con
orgoglio . Il coltello, il più indicato è il
"Nicker", non va mai
“scordato”. Meglio, se accoppiato al
"Waidblatt", garanzia di
poter intervenire onorevolmente, salvaguardando la nostra immagine !!
Il
Cane. I cacciatori lo idolatrano...e ne han d'onde: e' la
loro mano, il loro occhio, il loro orecchio.. .e soprattutto il loro naso. Nella
sua rudezza, il rapporto tra cane e cacciatore e' spesso intima simbiosi. Potrà
tornarvi utile, ove il tiro si riveli poco accurato. Vi sono, è ben vero, gli
specialisti
ma ove il caso lo imponga e non ne rinveniate, non esitate a
servirvi d’un soggetto da ferma condotto al guinzaglio.
Un buon, vecchio can
da ferma è pure un recuperatore.
L’esperienza fatta supplirà quella
specifica.
L'Arma.
...quale
sia...abbia l'impugnatura "leggera" per consentire la massima
maneggevolezza, non sia mai un "pezzo di legno", deve stare in mano
senza dar fastidio, naturalmente. Questo requisito non dovra' mancare sui
combinati, eventualmente e solo su carabine di potenza eccessiva potremo
adattarci a qualche cosa di meno manovrabile. Non sembri strano, l'arma piu'
elegante sovente e' quella piu' ergonomica, dove per ergonomia s'intende il piu'
facile approccio, la piu' naturale protesi. Ricordate che l'arma non fa il
cacciatore ma... ne fa il carniere .
Verificate perlomeno in apertura di
stagione che i congegni di mira siano correttamente tarati
e ricordate, non è
importante che il calibro sia “teso”, è importante conoscere i limiti
propri e dell’arma:
vi è certamente più “stile venatorio” in un tiro
corto
che non in quello indicato alla pratica del poligono. Ancor oggi vengono
usati con soddisfazione i calibri 9,3x74 al cervo e al cinghiale; l’ 8x57 al
cervo, capriolo e cinghiale. Chi li usa, son cacciatori. Tutto sia filato a
dovere, affiatata che sia la combriccola, saremo sottoposti al ...
Battesimo
del Cacciatore : "Tu, che vuoi eguagliarci nella nostra passione, ricorda che la
caccia e' un'arte da praticarsi con rispetto per la natura: non sfogando
incontrollatamente la propria abilita' ma equilibrando l'esercizio del corpo e
dello spirito; non attuando azione rozza e volgare, bensi' apprendendo con e per
la fauna che ci circonda; non sfruttando insensatamente ma tutelando con
passione l'eredita' tramandataci dagli avi; non commerciando ma ripristinando le
sagge tradizioni; non divertendosi venalmente ma esercitando il sacrosanto
diritto di uomini liberi, senza distinzione di professione o ceto, che hanno
innato nel cuore l'amore per il selvatico. Cio' detto, ti consacriamo con questa
spada degno seguace di Sant'Uberto: per Diana, per Nemrod, per il Cervo che hai
ucciso !"
Questa formula è stata in auge presso il
Club
Cacciatori Triestini.
Altre ne vengono comunemente interpretate secondo usanze
locali. Nulla vieta una rielaborazione a vostro gusto, a vostra discrezione.
Comune è pure l’uso di far precedere il “Battesimo” dal
“Processo”. Una esemplificazione della tecnica di caccia, una
verifica delle attitudini e si, ancora, dell’Etica. Il “Tribunale” si
comporrà nei suoi membri, “Presidente” o “Giudice”, “Accusatore”,
“Difensore” con partecipazione gioiosa degli altri Soci del “Revier”. A
conclusione del giudizio più o meno severo, il “Battesimo” potrà essere
eseguito con la classica daga ovvero con un bastone adattato alla bisogna, sulle
cui scortecciature gli astanti imporranno i lori nomi ad imperituro ricordo.